Come promesso a tanti di voi.. Ecco qua! Lavorare sulle cause e non sul risultato ? #Osteopatia

“STAI SU DRITTO”, firmato : la mamma.
Quando un bambino ha un atteggiamento posturale poco piacevole alla vista del genitore, la frase tipica è: “stai su dritto“, oppure “tieni su le spalle”, etc. Ma serve?
No, non serve affatto, se non a creare forme di inutili fatiche e nevrosi.
La postura sciancata, debosciata, cifotica, chiusa in avanti del ragazzino/a, non è espressione di scarsa volontà o menefreghismo. Tanto meno è da imputare a debolezza muscolare.
Un corpo deve stare diritto per forze che sono fra di loro in equilibrio e non per continuo sforzo. Quella tipica postura è il frutto di uno stato tensivo di alcune catene muscolari la cui forza è assolutamente preponderante rispetto al dovuto e verso la quale il giovane (ma anche un adulto) ne risulta schiacciato ed impotente. Non si deve stare dritti perché sappiamo come si deve stare o perché ce lo dicono; si deve poter stare liberamente e naturalmente diritti perché la “plasticità e l’equilibrio” delle catene muscolari verso la “sacra gravità” (che esercita il dovuto stimolo), lo consentono liberamente.
Quando invece i muscoli e le catene sono tese e corte, le loro tensioni esercitano una forza schiacciante tale da avere il potere di “ingobbire” il corpo stesso.
Sono catene muscolari che per qualche ragione (neurologica, meccanica o biochimica), devono essere “ritarate”, “riprogrammate”; ma, la prima cosa da fare, è scoprire chi o cosa ha causato tali disagi. Non basta mettersi ad allungare i muscoli; è d’obbligo cercare chi o cosa esercita una “azione di disturbo” che si scarica poi su muscoli e catene. Quando si individua la causa (un recettore perturbato…, cicatrici, malocclusioni, disbiosi, cisti emotive, etc.), e questa viene poi trattata o rimossa, allora il lavoro di riallungamento delle catene risulterà di grande efficacia e dunque si avranno ottimi risultati permanenti!!!
Questo fenomeno della postura che si “accascia”, non avviene solo a carico dei giovani; di fatto si può attivare per tutta la vita, pur con tempi e modalità diverse. Per questa ragione vi sono persone di una certa età che sono piegati in due, mentre altri che non hanno subito lo stesso disagio, sono perfettamente diritti.
Pur vero che con il passare degli anni ci raccorciamo un po’ tutti…, ma ciò è quasi fisiologico.
Come può intervenire l’attività fisica in questi casi?
È consigliata? Favorisce una migliore postura?
Una sana ed “intelligente” attività fisica, di fatto ha il potere di creare forme di “naturale stretching” che in qualche modo mantengono la struttura più plastica, dunque più disponibile ed un po’ meno soggetta ad alterazioni posturali (il tessuto connettivo tende a fibrotizzarsi meno). Tutto ciò a condizione che si abbia a che fare con una buona e saggia attività fisica; vi sono invece molti casi in cui si subiscono danni da sport o da eccesso di attività motoria. Come sempre, se il problema non viene affrontato alla radice, si avrà l’effetto opposto oppure quello di un “freno a mano tirato” a carico della nostra struttura.
Meglio prima un buon “riequilibrio posturale ad approccio globale” poi si potrà fare quasi…ogni cosa.

(D. Raggi)

#osteopatia